Lo sapevi? Quando pensi, pensi con le parole. Altimenti non potresti. Quindi pensi con il linguaggio.
Ad esempio se pensi: “credo dovrei migliorare il mio carattere”, per capire questo tuo stesso pensiero hai bisogno di conoscere bene il significato di ogni termine usato….sapere cioè che cosa vuol dire “credo”, “dovrei”, “migliorare” “mio” “carattere”. Ed è così per ogni pensiero che formuli.
C’è un’altra cosa che il pensiero “contiene”, ed è l’emozione.
In che senso?
Nel senso che quando formuli un pensiero esso ha spesso un’emozione con sé. Potresti pensare ad esempio: “credo dovrei migliorare il mio carattere”, e potresti pensarlo con una certa angoscia, con tristezza, rabbia, oppure con divertimento.
La differenza è che quando lo pensi, immediatamente percepirai l’emozione con cui lo pensi. E questo è molto importante, perché fa sì che ciò che pensi “condizioni” il tuo stato d’animo.
Ma forse questo già lo sai. Quello che forse non sai è che il tuo stato d’animo dipende totalmente da ciò che pensi in termini di positività o negatività.
Se ad esempio ti ritrovi ad ascoltare musica hard rock e non ti piace, soffrirai. Se invece ti capita di ascoltare musica operistica ed è una musica che ti piace, proverai piacere. Banale no?
Certo banale, ma il punto è che questo vale per OGNI cosa che pensi e vivi. Se ad esempio fai un errore e non ti piace affatto fare errori, lo odi, proverai rabbia, oppure ansia, o anche depressione.
Siamo pieni di cose che prediligiamo ed avversiamo e ciò che noi prediligiamo innalza il nostro umore se si realizza, lo abbassa se non si realizza. E viceversa, se si realizza ciò che noi avversiamo il nostro stato d’animo peggiora e se invece non si realizza, migliora.
Eh. certo, dirai…..se perdi il posto di lavoro come fai a non essere angosciato? Se ti ammali come fai a non deprimerti?
Eppure c’è chi non si fa distruggere da un lavoro perso, e chi affronta anche il cancro con ottimismo.
Beh, sono casi limite….potrai obiettare. Certo che sono casi rari, ma ci sono. Qual’è la differenza tra queste persone e le altre?
In buona sostanza c’è solo una cosa, semplice semplice: guardano più al mezzo bicchiere pieno che a quello vuoto. Vale a dire che si concentrano sulle possibilità di risolvere più che su quelle di non risolvere. Guardano più al positivo che al negativo.
Ma come è possibile questo?
Pensano in modo differente. Tutto qui.
Ma come si fa a pensare differente? Questo dipende da diverse cose….Tendenzialmente il vedere in negativo è dato da un eccesso di aspettative. Abbiamo richieste molto elevate di standard di vita. Vogliamo salute, lavoro, soldi , affetti, divertimenti….tempo libero, libertà.
E quando anche una sola di queste cose comunicano a mancare….diventiamo nervosi, a dire poco. Eppure ci sfugge sempre che non è “quella” cosa che manca che ci manda in crisi….ma come noi reagiamo alla sua mancanza.
Ma la “reazione” ad un evento, non è cosa obbligatoria e standard. Non è detto che se ad esempio perdiamo un affetto, dobbiamo “obbligatoriamente” cadere in depressione. In realtà siamo noi che reagiamo così…ci diciamo: “questo no, questo non lo accetto” oppure pensiamo “non posso più andare avanti senza di lui/lei”.
Cosa succede nella mente che “pensa” con il linguaggio? Che la mente “applica” alla lettera, ciò che noi pensiamo….e ovviamente “non possiamo più andare avanti”…e così stiamo malissimo, ci chiudiamo nel dolore…..a volte per anni, talvolta per sempre. E intanto la nostra breve vita passa, tra rimpianti e nostalgie, ricordi e vuoti di chi non è più a fianco a noi.
E buttiamo via questa opportunità: vivere.
Ciò che quindi occorre tenere presente è che sono i nostri pensieri i responsabili del nostro benessere o malessere spirituale e NON ciò che avviene fuori.
Stiamo attenti a ciò che pensiamo
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