Levy scrive ne il Fuoco Liberatore: “Non lasciare che nessuno assuma potere nella tua anima”.-. E’ interessante questo concetto.
Cosa determina il potere nella nostra anima?
In effetti la domanda è malposta, perchè di fatto quello che occorre capire è cosa sia il potere e come si manifesta. J.K.Galbraith scrisse un saggio divenuto famoso che si intitolava “Anatomia del potere” in cui l’autore identifica tre modi di esercitare il potere: quello coercitivo, quello remunerativo e quello condizionatorio.
Ovviamente il suo libro trattava del potere in senso lato, nella società e nella politica, ma tale tripartizione vale anche nel campo della mente.
Siamo vittime del potere coercitivo quando abbiamo paura. Ogni paura ha un aspetto coercitivo-punitivo, dato dalla manifestazione della paura stessa che crea la sofferenza per far ottenere alla persona il comportamento voluto dalla paura.
Chi vive nella paura ne è schiavo, ovviamente.
Il potere remunerativo è dato dalle ricompense che la nostra mente ci offre. Sono tutti quei meccanismi che indicano quali sono le cose che fortemente desideriamo e che per averle rinunceremmo facilmente ai nostri principi, cose per le quali siamo, anche se controvoglia, disposti a compromessi. Quando abbiamo desideri da raggiungere siamo in potere di questi desideri.
Il potere condizionatorio è invece dato dalle nostre convinzioni, quelle che ci sembra di aver scelto…e sono le più subdole, perchè non ne capiamo il potere su di noi. E’ lo stesso meccanismo di chi fuma e a chi gli dice di smettere dice: ma io VOGLIO fumare…..non rendendosi conto del meccanismo che si muove sotto. Liberarsi dal potere condizionatorio è la cosa più difficile perché occorre riconoscere che le nostre convinzioni ci schiavizzano, ci ingabbiano.
Paure, desideri e convinzioni sono nell’insieme un reticolo di pensieri che ci ingabbia, ci imbriglia, ci imbavaglia. Possiamo sperimentare momenti di sollievo quando superiamo una paura, quando realizziamo un desiderio o quando una nostra convinzione è soddisfatta, ma questo sollievo che noi chiamiamo felicità è solo uno dei pochi momenti di stasi della mente….Passata una paura abbiamo il sollievo, non perché abbiamo superato un momento difficile, ma perchè smettiamo di avere paura, così allo stesso modo raggiungere un obiettivo (potere remunerativo) ci da’ gioia non perchè l’abbiamo raggiunto, ma perchè abbiamo smesso di desiderarlo…E’ la mancanza di necessità urgente nella mente che da’ la pace….pensare che la pace, la serenità ed infine la felicità siano legate al raggiungimento è un’illusione mentale.
E’ quindi il vuoto, la mancanza di pulsione che da’ l’equilibrio alla mente.
(Sergio Davanzo – EDA Personal Coaching)