In base alla mia esperienza personale e di coach, quello che determina gli stati mentali, incluse tutte le varie bizzarie comportamentali, è esclusivamente il linguaggio… La mia posizione è molto vicina alle intuizioni di Lacan. Il punto è questo: come pensiamo? Perchè una cosa occorre capirla, e cioè che i “disturbi” ( io li chiamo comportamenti) della mente sono originati dal pensiero. Ora se il pensiero è determinato dalle sostanze psicoattive del cervello ( ormoni, neurotrasmettitori etc etc) allora cadiamo nella spiegazione organicistica (che io non accetto), secondo la quale un disturbo è originato dalla funzionalità abnorme del cervello in qualche sua parte che poi impatta sul comportamento. Se invece diciamo che ciò che viene pensato è quello che determina la funzionalità e la strutturazione organica del cervello ( e questo è quello che io modestamente penso) allora ci troviamo ad identificare nel pensiero la causa di tutto. Ma la domanda è: cosa è il pensiero? Come noi pensiamo? La risposta che scelgo io è che pensiamo attraverso il linguaggio e la semantica del linguaggio. Noi non potremmo dire nulla e pensare nulla senza di esso. Se ci viene detto da un medico: “lei ha una malattia incurabile” oppure “lei ha una malattia curabile”, l’unica differenza tra le due cose dette è nel prefisso “in”. ma ciò che può determinare nella mente della persona è enorme e devastante. Perché? Perchè noi pensiamo CON il linguaggio. Quindi se la logica ha un senso, ciò che perturba la mente è il pensiero (non consapevole) e quindi per transitività, il linguaggio. Ora è certo possibile che attraverso il pensiero allegorico si “manifestino” disagi e sofferenze nel corpo che, attraverso un’acuta analisi delle rimozioni e delle significanze porti a correlare il corpo alla mente, ma “di base” abbiamo sempre un pensiero. Esempio: ho mal di stomaco perché “non mando giù” il capo o il marito o la moglie che mi ritrovo. Ok, possibilissimo perchè per la mente subconscia c’è stretta correlanza tra il “mandar giù” allegorico del linguaggio nel senso di “sopportare” e il “mandar giù” nel senso di ingerire, così come tra il vomitare e il rifiutare…La mente fa continuamente di questi giochetti, ma il punto è che tutto questo è solo sterile analisi. Come faccio a togliermi di dosso quel blocco allo stomaco o la sensazione di vomitare o altre centinaia di disturbi? La risposta è nella identificazione degli esatti pensieri che originano il tutto e nella loro eliminazione.