Dal manuale EDA…..
2.3 – Dissociazione e negazione
Cosa è il pensiero? Tutti pensiamo. Siamo abituati a farlo cosi automaticamente che non ci poniamo mai la domanda: ma cosa è il pensiero?
Potremmo chiederci: beh, non è poi così importante porsi questa domanda, no? Il pensiero c’è e ce lo teniamo…che importa chiederci cosa esso sia.
Importa invece, perché capire cosa sia il pensiero, significa conoscerlo meglio e conoscerlo meglio significa controllarlo, imparare a gestirlo, padroneggiarlo.
Tutto ciò che viene pensato “crea” il mondo.
Il pensiero ha prodotto tutto ciò che esiste nella vita dell’uomo, ma non solo, il pensiero da’ forma al nostro vivere sociale, da’ forma a come noi interpretiamo la realtà e struttura quello in cui noi crediamo, quello di cui abbiamo paura, quello che desideriamo, quello che temiamo.
Attraverso la creazione di ciò che pensiamo nasce ciò che preferiamo e ciò che avversiamo, ciò che non amiamo, ciò di cui abbiamo paura. Attraverso la creazione di queste categorie noi creiamo il nostro più e il nostro meno, la nostra sofferenza e la nostra felicità.
Sapere cosa è il pensiero è molto importante.
Prima di tutto occorre tenere presente una cosa: il pensiero è essenzialmente linguaggio. Non si può pensare senza una lingua che esprima il pensare. Quindi si pensa attraverso il linguaggio e grazie al linguaggio. Non è ovviamente necessario che il linguaggio venga verbalizzato…questa fase è dovuta solo alla decisione della persona di fare sentire il proprio pensiero, o, nel caso della scrittura, alla decisione di farlo conoscere ad altri attraverso un mezzo differente.
Esistono anche altre forme di comunicazione che apparentemente non usano il linguaggio, come la musica, le arti figurative, e anche la matematica. Ma la musica è un linguaggio emozionale e le arti figurative come la pittura, la scultura, la fotografia e il cinema, sono linguaggi visivi, che accedono comunque a significati che sono in comune con il linguaggio. Questo è così vero che anche per la musica e le arti visive è possibile trasmettere con il linguaggio cosa una musica o un quadro “trasmettono”. Per fare ciò usiamo sempre il linguaggio.
Il linguaggio è dunque lo STRUMENTO del pensiero. Vi è una completa compenetrazione tra pensiero e linguaggio, al punto che uno non può sussistere senza l’altro. Bene. Ma il linguaggio da cosa è “composto”? Come ho cercato di spiegare prima con il concetto di NED, il pensiero può essere composto da “significato”, oppure da significato ed emozione.
Facciamo un esempio: “l’automobile ha quattro ruote”. Questo pensiero contiene in sé solamente il significato. Dà un’informazione: ci dice che l’automobile ha quattro cose tonde sotto di essa, che servono par farla procedere. In questa affermazione non vi è espressa alcuna emozione. E’ come dire che la sedia serve per sedersi.
Vi è però un tipo di pensiero che ha al suo interno anche un’emozione. Ad esempio: “l’automobile è pericolosa.”
In questo caso abbiamo dato un attributo all’oggetto automobile definendo un giudizio di valore sull’oggetto stesso. Abbiamo accoppiato ad un concetto puramente semantico, un valore emozionale, affermando che essa è pericolosa.
Perché questa è un’affermazione anche emozionale? Perché alla definizione di “pericolosa” associamo un altro termine che è carico di emozione: morte. Infatti la pericolosità di un oggetto può essere definita solo in base ai danni che essa può arrecare e al cui culmine ultimo vi è la morte.
Il pensiero “emozionale” è quindi composto da due elementi, di fondo. Significato ed emozione.