Gli attacchi di panico sono in rapido aumento e costante diffusione. Le ragioni possono essere tante e differenti. Di certo la vita è diventata molto più impegnativa dal lato mentale anche se molto più agevole dal lato fisico.
Le cose a cui dedicare la propria attenzione sono aumentate esponenzialmente nell’ultimo secolo….Siamo passati da una vita ritmata e segnata dalla vita dei campi alla frenesia della vita moderna, con traffico, televisione, rete, telefoni cellulari, contatti frenetici, masse immani di informazioni dal selezionare ed immagazzinare. Tutto questo, unita ad un altro livello di incertezza lavorativa ed esistenziale, può provocare molto stress e da qui il panico.
In EDA però non ci si occupa di “eziologia” di un disturbo o meglio di un comportamento. Ci si occupa solo di come liberarsene, e buona notizia, sapere da dove origina non è così importante.
La questione è di fatto piuttosto semplice. Come ogni altro processo di pensiero, l’attacco di panico è dato da un certo o da certi processi di pensiero. Semplice no? Banale? Sì, ma non ci si pensa abbastanza. Ogni manifestazione del comportamento, ogni stato d’animo, dipende da una sola cosa: da quello che si sta pensando in QUEL momento.
Quindi dal punto di vista di EDA non c’è vera differenza tra ansia e rabbia o tra depressione è panico. Ognuna di queste “emozioni” sono originate da ciò che si sta pensando in un PRECISO momento.
Da un punto di vista di analisi del processo di pensiero cosa è un attacco di panico?
Prima di parlare di un attacco di panico, occorre capire cosa è un pensiero di panico. Cosa differenzia un’ansia da un panico?
E’ di fatto molto semplice. L’ansia è paura che qualcosa si verifichi, MA che non si è ancora verificata. Il panico invece è la “certezza” che qualcosa si verifichi, unita alla “certezza” che su tale cosa non ci sarà alcuna possibilità di controllo. Il panico è in altre parole, ansia senza speranza di poter evitare l’evento che si teme al massimo livello.
L’attacco di panico è invece dato da una serie di manifestazioni psico-fisiche che questa ansia parossistica scarica sul corpo nel momento che il panico si attiva nella mente. E dunque si tratta di una conseguenza del panico che si risolverà nel momento in cui il panico verrà risolto.
Ora, tutto questo dipende, come detto , da una sola cosa: da quello che si sta pensando in QUEL momento. E questo significa che non ci sono ragioni genetiche o ereditarie o patologie di origine biologica. Non è una “malattia” ma solo e solamente un processo di pensiero.
EDA opera proprio sulla deprogrammazione del pensiero emozionale e quindi nel caso del panico andrà alla ricerca del NED (Nucleo Emotivo Disturbante) che provoca l’attacco, lo individuerà nella sua ESATTA struttura, e poi applicherà la tecnica per deprogrammarlo e destrutturarlo così da renderlo innocuo.
L’esperienza ci ha insegnato che nel caso del panico i NED coinvolti hanno a che fare con pensieri che indicano l’impossibilità del controllo, l’idea della morte, del soffocamento, della perdita di orientamento e di realtà, a seconda delle modalità in cui il panico si manifesta. Ai fini del trattamento non ha alcuna importanza che il panico si manifesti con l’agorafobia o la claustrofobia, o altro, ma a che fare solo con ciò che i NED della persona “dicono”.
La tecnica è così efficace che una volta individuato il NED può trattarlo e risolverlo in mezz’ora o anche meno
EDA Personal Coaching