COS’E’ UN NED
In EDA COACHING si definisce NED (Nucleo Emotivo Disturbante) una struttura di pensiero di natura subconscia o del tutto inconscia, che è la responsabile di uno stato emozionale negativo.
In genere si tendono a spiegare gli stati emozionali negativi come causati da eventi situati nel passato che non sono stati sufficientemente capiti ed elaborati e “reintegrati” nella personalità adulta. Questo modo di definire certi processi mentali può anche essere corretto ma non spiega come fare per risolvere una sofferenza emozionale. Chi ha fatto psicoterapia sa che comprendere le ragioni di un comportamento non basta a modificarlo.
La cosa, infatti, che principalmente occorre fare per risolvere un problema emotivo o psicologico, è cambiare la reazione che la mente ha di fronte ad una certa situazione. Alla fine di questo si tratta….di fronte a determinate situazioni le persone a volte hanno reazioni che non sono utili ma solo dannose. Poco importa sapere perché quel tipo di reazione si sia instillata nella mente, molto conta invece sapere come cambiarla e/o annullarla.Quello che è certo è che quando una reazione di manifesta, questa avviene perché la mente “pensa” qualcosa di negativo al riguardo. Il problema è che quasi sempre non si riesce ad identificare cosa la mente pensi e soprattutto, come neutralizzare questi pensieri.
Una cosa a cui raramente si è data grande importanza, è la funzione e l’importanza del linguaggio.
Noi tutti usiamo il linguaggio con grande disinvoltura ed intensivamente, ma quasi nessuno di noi si è mai chiesto cosa succede nella mente quando pensiamo e poi parliamo.
Se infatti dico: “tu sei un incapace” e poi dico “tu non sei un incapace” e poi ancora dico tu “potresti non” essere un incapace, dico tre cose molto diverse. Eppure l’unica differenza tra la prima e la seconda frase è una parole di tre sole lettere che è “NON”. Queste tra minuscole lettere fanno una differenza abissale nella mente che le elabora. Allo stesso modo se uso la terza, “potresti non essere” la mente di chi ascolta ed elabora, percepisce ancora un altro significato. Cosa vuol dire tutto ciò? Che la mente quando pensa è molto PRECISA e non approssimativa. E questo significa che il solo mettere un NON in una frase cambia radicalmente il modo in cui le sinapsi registrano ciò che viene detto e pensato. Ora sarebbe logico pensare che se una certa situazione provoca ad esempio ira, questo potrebbe significare che la mente PENSA qualcosa di molto preciso rispetto a ciò che provoca la sua ira, e non qualcosa di approssimativo…e la stessa cosa potremmo ipotizzarla logicamente per la paura, il panico ecc.
Ecco. Questo è il punto che guida le nostre tecniche. Indagare cosa esattamente la mente PENSA in certe situazioni, perché i pensieri non sono tutti uguali. Ogni situazione caratterizzata da emozione ha “dietro” un pensiero PRECISO che va individuato. Ma cosa avviene una volta che esso sia stato individuato? Esso viene portato alla luce della coscienza ( non sarà più sub-conscio) e verrà fatto oggetto della tecnica abreativa di EDA che porterà il pensiero a destrutturarsi e a depotenziarsi, liberando la persona dalla forza emotiva che lo contiene…e il sollievo che si otterrà sarà radicale ed immediato.
FAMIGLIE DI NED
I NED sono comandi, processi di pensiero, frasi, che operano sotto il livello della coscienza e che “dicono” delle cose. La loro forza risiede in tre componenti fondamentali.
Primo: sono fuori dal campo della coscienza e quindi sconosciuti nella loro struttura e perfino nella loro esistenza
Secondo: Sono portatori delle emozioni che creano i problemi e le difficoltà di cui ci si vuole liberare
Terzo: realizzano ciò che “affermano”, vale a dire che sono sia emozionalmente che letteralmente responsabili dello stato della persona.
Le forme che i NED possono assumere è vasta come le possibili combinazioni del linguaggio: infinite. Ma nonostante questo oggettivo ostacolo vi sono delle “famiglie” di NED che possono aiutare molto a definire e incasellare i diversi raggruppamenti di NED. A titolo di esempio:
NED DELLA PAURA
I NED della paura sono quei pensieri subconsci che hanno in sè un timore che intimidisce, che limita la capacità di affrontare le situazioni. Esempi:non ce la posso fare,ho paura di non farcela,ho il terrore di questa cosa,non sono all’altezza, mi sgrideranno, è troppo difficile…
NED DELL’ANGOSCIA
I NED dell’angoscia sono quei processi di pensiero che presentano due istanze contrapposte; un’esigenza di fare o non fare una cosa e la paura dell’esito dell’azione da intraprendere o da evitare. Esempi:e se poi sbaglio? E se mi dice di no? E se faccio una brutta figura? Non so proprio come farlo, non so che pesci prendere….
NED DELL’INSODDISFAZIONE
I NED dell’insoddisfazione sono date da un desiderio e dalla convinzione che il desiderio sia irrealizzabile. Esempi: ci vorrebbe un’altra situazione, è tutto sbagliato, non siamo attrezzati, abbiamo sbagliato tutto/ho sbagliato tutto, é tutta colpa del capo, con questi collaboratori non si fa niente, non siamo nel settore giusto, è il momento sbagliato, è tutto da rifare……
NED DELL’AGGRESSIVITA’
I NED dell’aggressività sono simili a quelli dell’insoddisfazione ma con un tasso di rabbia e di non accettazione maggiore. Esempi: con quel incompetente non si combina nulla, sono tutti dei cretini, gli spaccherei il muso, quello è proprio uno….., sono solo dei maledetti…..
NED DELLA RINUNCIA E DELLA DEPRESSIONE
I NED della rinuncia e della depressione sono comandi che danno per certa ed acquisita una situazione di impossibilità a modificare le cose. Esempi: ormai è troppo tardi, non c’è più niente da fare, non c’è via d’uscita, siamo spacciati, sono fregato, non posso fare più nulla…..
Questi processi di pensiero “lavorano” sotto il livello della coscienza ed in virtù della loro inconoscibilità alla persona sono anche in grado di produrre le più nefaste e distruttive emozioni che possano essere concepite. In EDA si va alla ricerca di questi “comandi” e con la tecnica standard di EDA li si depotenzia e deprogramma. Al termine del processo quel comando che prima induceva quella emozione veicolata dal quel linguaggio, non avrà più forza.
NED E PSICOLOGIA
La più evidente ed importante differenza è che l’approccio di EDA non è cognitivo-ragionativo, ma puramente emozionale. EDA non si preoccupa del passato delle persone, non indaga su ciò che può essere accaduto nella storia del coachee , nè si preoccupa di analizzarlo. Non è affatto un approccio psicologico, nè psico-analitico, ma prettamente emozionale e linguistico. Lo scopo di EDA è andare alla caccia dei NED della persona e “liofilizzarli”, renderli inattivi, vuoti, in definitiva cancellarli. E per fare questo non è necessario un “agente” esterno. Ciò non significa che la presenza del coach non sia utile. Come qualsiasi allenatore insegna ad un giocatore di basket come si palleggia con la palla, come la si passa e come si prende la mira per buttarla in canestro, allo stesso modo il Coach di EDA insegna come cercare i NED, come affrontarli quando li si scopre; come trattarli fino alla loro completa deprogrammazione. Il coach, in altri termini, insegna la tecnica e come applicarla al meglio.
EDA è così lontana dalla psicologia classica che è perfino possibile fare coaching in modo proficuo non avendo nemmeno conoscenza di cosa il coachee possa pensare, di quali NED stia sperimentando dentro di sé, e allo stesso tempo poterlo perfettamente guidare nel trattamento del NED che non conosce! E’ infatti sufficiente che il coachee comunichi quali sono le “situazioni emozionali” che maggiormente lo coinvolgono senza comunicarne il relativo contenuto e il coach gli potrà proporre una serie di NED che la sua esperienza gli insegna essere tipici di quelle reazioni emozionali, senza nemmeno sapere di che si tratta. Inoltre i NED sono frasi che possono riferirsi a qualsiasi realtà della vita del coachee e che il coach non è minimamente obbligato a conoscere ma non di meno sui quali può operare applicando la tecnica.
Il secondo aspetto peculiare che ancora di più segna la distanza dalle terapie psicologiche è che il metodo può, anzi è progettato per, essere praticato in autonomia, come fosse Yoga o Reiki.
Il ruolo del coach è importante come addestratore tecnico ed in effetti può fare la differenza tra un’applicazione approssimativa e poco efficace ed un applicazione ferocemente efficiente del metodo, allo stesso modo in cui un giocatore di basket del NBA è molto più produttivo di un dilettante che gioca nel campetto sotto casa, e molto spesso la differenza è data dall’allenatore e dall’allenamento.
Il terzo aspetto peculiare di EDA è che essa non immette NULLA nella mente del coachee, ma si limita a far perdere di forza processi di pensiero che già ci sono e che sono indesiderati.. Ciò significa che EDA è un metodo non ipnotico, anzi ne è l’esatto opposto. Opera per sottrazione come uno scultore toglie dalla pietra per far emergere l’opera artistica.