I pensieri che facciamo, consci od inconsci che siano, sono gli unici responsabili dei nostri stati emotivi.
Tutti noi abbiamo sperimentato nella nostra vita situazioni che ci facevano sentire male o malissimo e che per analogia ci portavano a pensieri ancora peggiori, lugubri e deprimenti, poi magari avveniva che qualcuno ci chiamava, ci parlava, ci diceva qualcosa che poteva essere incoraggiante o comprensivo, qualcosa che ci faceva in un attimo vedere una prospettiva differente sulle cose e come per magia lo stato precedente scompariva e la vita riprendeva.
Cosa avviene in questi casi? La maggior parte delle persone ad una domanda così risponde dicendo: “mi sono sentito meno solo/a” , “mi ha fatto capire che finché c’è vita c’è speranza”, “ ho capito che non c’era ragione per reagire così”, “mi ha fatto vedere una cosa che non vedevo”. Sono queste le considerazioni che si fanno normalmente. Ed hanno tutte un fondo di verità.
Ma la domanda vera è un’altra. Cosa è accaduto nella nostra mente?
Cosa significa ad esempio “mi ha fatto capire che finché c’è vita c’è speranza”? Quello che le parole di un amico o un familiare ci dicono fanno una sola cosa: ci fanno cambiare i PENSIERI che in QUEL MOMENTO stiamo facendo. Ci SPOSTANO su altri pensieri. TUTTO QUI.
Ora se rispondiamo: “mi ha fatto capire che finché c’è vita c’è speranza”, significa che prima di questo intervento dall’esterno noi stavamo pensando che “non c’era alcuna via d’uscita” oppure “non potrò mai uscirne” ( qualsiasi cosa sia). Ci siamo cioè CONVINTI di un’idea di impossibilità, relativamente ad una condizione che PENSIAMO di avere. Abbiamo cioè una convinzione di impossibilità. Ma QUESTO è pur sempre SOLO un pensiero.
La stessa medesima cosa avviene per gli altri esempi fatti. Ad esempio se rispondiamo “mi sono sentito meno solo/a”, significa che prima eravamo dominati da un’idea che ci diceva che eravamo soli e a QUESTA idea davamo una connotazione negativa ( non per tutti essere soli è negativo). Il fatto che qualcuno ci abbia ascoltato o consolato ha CAMBIATO il nostro pensiero
del momento, portandoci fuori dallo stato d’animo negativo precedente.
Quello che però purtroppo poi spesso avviene è che questi “stimoli” a modificare il nostro modo di vedere le cose dura poco perché molto facilmente e rapidamente torniamo ai vecchi modi di pensare…..e questo causa poi spesso ancora maggior frustrazione.
Ma ciò che accade è che semplicemente abbiamo certe convinzioni su quello che è la nostra vita e ci torniamo in modo ostinato ed autolesionistico. Ma tutto questo dipende SOLO da ciò che pensiamo e da COME lo pensiamo.
Ci sono tanti pensieri che ci passano per la mente in ogni momento e a cui nemmeno facciamo caso ma che sono invece in gran parte responsabili dei nostri stati d’animo.
Idee come “non va bene niente” “ non sono contento/a” “ sono sfortunato/a” “avrei bisogno di…” “ sarei felice se…” “sono solo/a” “non ce la posso fare” “ non sono all’altezza” “ho sbagliato tutto” “sto male” …….sono tutti pensieri che APPARENTEMENTE sono considerazioni oggettive sul proprio stato ma in realtà contengono in sé il veleno della negatività, sono dei veri e propri “farmaci depressivi” ad effetto immediato e persistente.
Allo stesso modo anche per chi soffre di ansia, pensare “soffro di ansia” “ho il panico” “ ho paura” “non posso farcela” e così via, sono dei veri farmaci ansiogeni, essi stessi generano l’ansia.
Stiamo quindi attenti a ciò che pensiamo e soprattutto a QUANTO ci crediamo.
Smantellare gli errati modi di pensare è la via per uscirne.