La maggior parte di noi pensa che nella vita occorra migliorarsi e pensa anche che per migliorare non si debba essere troppo indulgenti con se stessi, né per questioni che attengono al proprio privato, né tanto meno per il lavoro. Insomma si pensa che se si ha un po’ di carattere occorra mantenere un certo livello di comportamento, un certo status…
Se poi avviene che facciamo qualche errore, e magari a ben vedere non è stato nemmeno poi così grande, cominciamo a rimuginare e ad essere scontenti di ciò che abbiamo fatto e per estensione, ad esser scontenti di noi stessi….
Ma qual è il meccanismo che ci porta a ciò?
La più assurda delle pretese: l’essere perfetti. E sì, è proprio questo che facciamo quando ci incolpiamo per errori che abbiamo fatto: stiamo “giudicando” noi stessi per l’errore fatto. E cosa altro è questo modo di ragionare se non la convinzione/pretesa di esser perfetti?
Questo modo di “pensare” non è certo molto produttivo, anzi è un vivere decisamente di basso livello e continuare a fustigarsi per il passato non ci aiuta di certo ad essere migliori o a lavorare al meglio, anzi ci toglie energia e concentrazione.
Come fare allora per uscirne? Perdonandosi ovviamente, ma per farlo occorre giungere ad una verità scomoda per l’ego: non siamo perfetti, non siamo infallibili. Non siamo quello che pensavamo di essere.
Già però se ci mettiamo a ragionare così la nostra autostima crolla no?
E perché dobbiamo per forza avere “autostima”? Per continuare a pensare di essere perfetti? La “stima” lo dice la parola stessa, si basa su una valutazione, su un giudizio che viene formulato in base a criteri, a criteri che possono cambiare a seconda delle situazioni, e noi non saremo mai in grado di essere all’altezza di tutte le situazioni e quindi mai ne usciremo.
Diverso è se invece ci si ama a prescindere. Se ci si ama, lo si fa anche se non si è perfetti, anche se si sbaglia, e perdonarsi significa amarsi, ma anche e soprattutto ammettere i propri limiti. Se si fa questo la pace, l’equilibrio, la concentrazione, la voglia di fare, l’entusiasmo ritornano, e allora sì che possiamo migliorare.