Ho più volte sottolineato che attraverso la corretta individuazione del pensiero che causa la paura e il seguente trattamento dello stesso, si può uscire dalla paura stessa. Questo semplice concetto è l’architrave della metodologia EDA.
Quasi tutti quelli che hanno fatto sedute con me di EDA coaching hanno sperimentato la verità di questa affermazione. Una volta che si è correttamente individuato il pensiero che causa la paura (NED), basta trattarlo con EDA e l’emozione ad esso collegata svanisce. Questo avviene perché il metodo consente lo scaricamento dell’emozione
Detto questo occorre spostare il centro della questione, che è: perché si arriva ad avere ansia e panico?
Tutti quelli che ne soffrono, o quasi, hanno avuto un primo episodio scatenante, ed è questo che ha in se i “significati” dell’ansia. Poi ciò che viene dopo, il propagarsi delle paure ad altre apparentemente innocue situazioni, è solo PAURA DELLA PAURA, cioè una derivazione della causa primaria.
Va subito detto che EDA funziona sempre, sia per le situazioni derivate che per le originarie, ma può accadere ed accade che con EDA si risolva una situazione derivata e poi ci si ritrovi ad avere nuovi attacchi dopo un po’ di tempo. Perché?
Perché ciò che ha minato la fiducia ( la paura è SEMPRE dovuta ad una caduta di fiducia) non è stato risolto.
Esempio: avviene una forte delusione sentimentale. Dopo un po’ di tempo da questo fatto si ha un primo attacco di panico, senza alcuna apparente ragione. Dopo questo primo attacco si comincia ad avere paura che ne arrivi un altro e si comincia a stare in guardia….e si pensa continuamente…” e se mi succede al lavoro?” …..” e se mi viene quando sono alla guida, o sull’autobus?…” e se mi prende quando non posso uscire dalla stanza?”
Tutte queste domande “ansiogene” sono paure derivate, che creano la “psicologia dell’ansia” che poi rende la vita impossibile.
Ognuna di queste domande è un NED puro e semplice. Ognuna di queste paure risponde benissimo alla tecnica EDA. Ma il punto che permane è la causa scatenante il PRIMO attacco di panico.
Nel caso esemplificato qui, potrebbe essere una cosa del tipo “ rimarrò sempre solo/a” che è un NED formatosi in seguito alla delusione amorosa. Ecco che quindi questa paura della solitudine va risolta attraverso la ripetizione del NED preciso che la esprime. Quando questo avverrà allora tutta la mente che si è messa in allarme per questo evento, smetterà di farlo e la persona non continuerà ad essere “spaventata” da questo concetto: “rimarrò sempre solo/a”.
Quando questo avviene anche tutte le paure derivate cesseranno perché appunto figlie di questa paura primaria.
Altro e più profondo e filosofico discorso è perché eventi, come nell’esempio fatto una delusione amorosa, oppure lutti o malattie o delusioni professionali, possano in alcune persone, determinare tali conseguenze.
E qui si entra in un più ampio contesto che è quello delle aspettative che ognuno di noi ha in relazione all’esistenza.
La sofferenza è data da ciò che non siamo capaci di accettare.
(Sergio Davanzo – EDA Personal Coaching)