“Non smettere di scolpire la tua propria statua interiore”
Leggiamo un brano di Plotino, grandissimo filosofo greco del III secolo d.C., e poi diremo qualche parola di commento.
“Come si può vedere la bellezza dell’anima buona?
Ritorna in te stesso e guarda: se non ti vedi ancora interiormente bello, fa come lo scultore di una statua che deve diventar bella. Egli toglie, raschia, liscia, ripulisce finché nel marmo appaia la bella immagine: come lui, leva tu il superfluo, raddrizza ciò che è obliquo, purifica ciò che è fosco e rendilo brillante e non smettere di scolpire la tua propria statua interiore, finché non ti si manifesti lo splendore divino della virtù e non veda la temperanza sedere su un trono sacro.
… Se tu sei diventato completamente una luce vera, non una luce di grandezza o di forma misurabile che può diminuire o aumentare indefinitamente, ma una luce del tutto senza misura, perché superiore a ogni misura e a ogni qualità; se ti vedi in questo modo, tu sei diventato ormai una potenza veggente e puoi confidare in te stesso. Anche rimanendo quaggiù tu sei salito né più hai bisogno di chi ti guidi; fissa lo sguardo e guarda: questo soltanto è l’occhio che vede la grande bellezza.
Ma se tu vieni a contemplare lordo di cattiveria e non ancora purificato oppure debole, per la tua poca forza non puoi guardare gli oggetti assai brillanti e non vedi nulla, anche se ti sia posto innanzi un oggetto che può essere veduto. È necessario, infatti, che l’occhio si faccia uguale e simile all’oggetto per accostarsi a contemplarlo. L’occhio non vedrebbe mai il sole se non fosse già simile al sole, né un’anima vedrebbe il bello se non fosse bella.
Ognuno diventi dunque anzitutto deiforme e bello, se vuole contemplare Dio e la Bellezza” (Enneadi I, 6, 9).
Fonte : http://www.lameditazionecomevia.it/plotino.htm
COMMENTO
Interessante, e molto, questo brano di Plotino. La cosa significativa da evidenziare è l’idea che la bellezza si raggiunga per sottrazione, per asportazione, pulitura.
Il filosofo insiste sul fatto che ciò che è dentro l’uomo è superfluo, ridondante, dannoso. Curiosamente questo approccio è anche quello di tanta spiritualità orientale, buddista ed induista e, anche se misconosciuto troppo spesso, anche dalla tradizione cristiana.
Ma cosa ancor più originale, è di fatto quello che anche la psicologia analitica riscontra nella sua prassi terapeutica. E’ attraverso lo scrollamento da reazioni dannose, da emozioni negative, dalla liberazione di continue insofferenze verso ciò che incontriamo nella nostra vita, che si giunge all’equilibrio, alla serenità ed infine alla felicità.
E’ dal passaggio dal no al sì che si attua il cambiamento. I troppi no che diamo alla realtà delle cose ci porta in una condizione di insoddisfazione totale, alla nevrosi più acuta, alla rabbia e alla paura. Mentre i sì che riusciamo a dire alla vita ci portano verso la positività, la libertà e la pienezza.
Plotino dice “….Se tu sei diventato completamente una luce vera “ ricordando ancora una volta che le nostre sovrastrutture sono nubi oscure che nascondono la luce…e come uno scultore sottrae “materia” per dare forma alla bellezza e alla perfezione, così noi sottraendo materiale alla nostra mente ego-centrata, creiamo spazio perché la luce si manifesti.
La nostra mente contiene “troppe” cose che danneggiano lo spirito. Siamo chiamati a scolpire.
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